Qualche giorno fa con degli amici parlavamo del nostro viaggio a Cuba del 2009, prima di diventare genitori, e ci sono tornate in mente queste piccole storielle.
Eravamo a Cienfuegos che passeggiavamo per una strada semi deserta, il clima non era dei migliori, quando ci si avvicina una vecchietta.
Era piccola, raggrinzita, con un’espressione triste e sconsolata e ci dice “me estoy muriendo, un pesito por favor, me estoy muriendo, me voy a morir”.
Noi un po’ sconcertati stavamo per darle qualcosa quando da una casa si affaccia un signore che tranquillamente ci dice … lasciatela perdere, sta facendo teatro…
Il “me estoy muriendo” da allora per noi in casa è una frase iconica, lo diciamo anche nostra figlia quando fa le scene!
A Cuba avevamo affittato la macchina per spostarci facilmente tra l’Havana, Cienfuegos, Santa Clara e Cayo Coco.
Lungo una strada ci capita di forare una gomma.
Ci accostiamo, prendiamo il necessario ed iniziamo a cambiare la ruota. Auto FERMA.
Ad un certo punto mentre siamo impegnati sentiamo un tonfo contro la macchina: ci alziamo e troviamo un ragazzo in bici dietro l’auto, dice (cercando di farsi capire) di aver sbattuto alla macchina, noi gli eravamo andati addosso, che si era fatto male al ginocchio, che era un incidente, che era colpa nostra… insomma… voleva dei soldi.
Ci sarebbe stata bene la scena di Totò …metta il gomito così! …ma mi faccia il piacere vaaaaa!.
Un po’ incerduli quasi gli abbiamo riso in faccia spiegandogli che non funzionava così, poi lo abbiamo ignorato e se ne è andato capendo che non ci avrebbe cavato un peso.
Arrivando a Trinidad veniamo accostati da un ragazzo in bicicletta che tranquillamente ci chiede dove stiamo andando per darci una mano. Gli rispondiamo che stiamo andando da Gil Lemes, la casa particular che ci avrebbe ospitato per quei giorni. Lui dispiaciuto ci dice che Gil Lemes aveva chiuso e che ci avrebbe portato lui in un alloggio.
Noi cartina alla mano iniziamo a seguirlo ma appena incrociamo la strada di Gil Lemes giriamo e andiamo al numero civico e indovina… troviamo Gil Lemes senza nessun problema.
Ci ha provato!
Sempre a Trinidad, soprattutto in Plaza Major ci tocca ammettere che abbiamo trovato una quantità esagerata di persone che ti assillano chiedendoti “un peso”.
Appena ci incrociavano chiedevano:” Italiano? Español?” e spessissimo ci sgamavano senza neanche dire una parola tanto che alla fine, quando ci chiedevano di dove eravamo, approfittando dell’abbronzatura, gli dicevamo “Arabe” pensando… “e mo’ attacca bottone se ci riesci!!“
Anche queste cose fanno parte dei viaggi e spesso fanno i viaggi!